Un percorso semplice, ben segnato, economico, facilmente raggiungibile con i mezzi dalle grandi città del nord-ovest: il Cammino di Oropa è un percorso ideale per chi non ha mai affrontato un viaggio a piedi, e un breve itinerario interessante per i camminatori più esperti.
Alberto Conte al Santuario di Oropa
Il Santuario di Oropa è il più importante luogo di culto mariano delle Alpi, ed è una delle principali mete di pellegrinaggio del nord Italia, un punto di riferimento importante in Piemonte e in particolare per la popolazione biellese. La tradizione del Cammino di Oropa è molto antica: ogni cinque anni più di mille persone partono da Fontainemore, in Valle d’Aosta, in una sera d’estate, e raggiungono il Santuario dopo una notte di cammino alla luce delle fiaccole, valicando un colle a più di 2000 m di quota, e analoghe marce notturne vengono organizzate da vari paesi nei dintorni.
Il Cammino di Oropa è stato rivisitato recentemente dall’Associazione Movimento Lento, di cui sono presidente: nel 2012 ho tracciato un itinerario a tappe che partendo dalla stazione ferroviaria Santhià, in provincia di Vercelli, risaliva lungo le colline dell’anfiteatro morenico di Ivrea fino alle alpi biellesi, e raggiungeva il Santuario di Oropa in quattro giorni di cammino. Un cammino semplice ma non per questo facile, ideale come cammino “iniziatico” per i meno esperti.
Negli anni successivi è stata realizzata una Credenziale, il “passaporto del pellegrino” per apporre i timbri di passaggio in ogni tappa, e un Testimonium, l’attestato che certifica l’avvenuto pellegrinaggio, e nel 2019 è stata posata la segnaletica lungo tutto l’itinerario, e creata una rete di strutture di accoglienza “amiche dei viandanti”, in grado di offrire pernottamenti a basso costo.
Nel 2019 più di 300 persone hanno coperto i 60 km dell’itinerario, e quasi metà di loro erano al primo cammino a tappe nella loro vita.
Il Testimonium del Cammino di Oropa
Arrivati a Santhià, i pellegrini possono ritirare la credenziale all’ostello locale, gestito dall’associazione degli amici della Via Francigena che si trova accanto alla collegiata di sant’Agata, risalente al XII secolo, e che vale la pena di visitare prima di mettersi in cammino.
La prima parte del percorso attraversa le risaie, molto belle soprattutto in primavera, quando sono allagate. Proseguendo verso nord-ovest il percorso inizia a salire lungo la Serra Morenica di Ivrea, una delle formazioni geologiche più imponenti dell’arco alpino, formata in due milioni di anni dall’enorme ghiacciaio che dalla valle d’Aosta scendeva verso la pianura Padana
Giunti a Roppolo, è d’obbligo una visita al belvedere del Castello e un pernottamento alla Casa del Movimento Lento, la nostra sede, il cuore operativo del Cammino di Oropa.
La Casa del Movimento Lento
La seconda tappa attraversa la foresta della Serra Morenica, attraversato il piccolo villaggio di Zimone si raggiunge il monastero di Bose, una delle principali attrattive “spirituali” del cammino. Il percorso prosegue tra i pascoli fino alla vicina chiesa romanica di San Secondo, risalente al XI secolo, e sale lungo un ripido sentiero verso il centro storico di Magnano, dominato dall’antico Ricetto, l’area fortificata in cui nel medioevo venivano immagazzinate le derrate alimentari, che la popolazione poteva utilizzare in caso di assedio.
Un altro tratto di foresta ci separa da Torrazzo, punto di arrivo della seconda tappa. Qui l’Associazione Arte in Fuga ha creato il MAT, Museo Aperto di Torrazzo, con varie opere d’arte contemporanea.
Da Torrazzo è possibile raggiungere Sala Biellese, lungo la variante “ufficiale” del percorso che conduce al campeggio Future is Nature, struttura di accoglienza originale dove è possibile pernottare, oltre che in una comoda “casetta del pellegrino”, in tende sospese ai faggi o (se non si è troppo pudici) in una tenda trasparente con vista sulla foresta. Proseguendo quindi lungo la Serra, e superato il ponte sul torrente Viona, si sale verso le Alpi Biellesi, su un percorso in saliscendi a tratti abbastanza impegnativo, con emozionanti panorami sulla pianura Padana, per raggiungere il Santuario di Graglia, dove si pernotta nella locale foresteria.
Il Santuario di Graglia
Nella quarta ed ultima tappa il percorso scende verso la valle del torrente Elvo, per risalire fino a Sordevolo, punto di riferimento importante per i fedeli e per gli appassionati di teatro popolare: ogni cinque anni l’intera comunità si mobilita per mettere in scena la Passione di Cristo, in cui gli abitanti del paese partecipano come attori. Si affronta quindi un piacevolissimo tratto in saliscendi tra pascoli e tratti nel bosco, che tocca il grazioso oratorio di San Barnaba, lambisce l’abitato di Pollone e risale verso Favaro, una frazione che si trova lungo la strada che unisce Biella a Oropa, dove ci si immette sul sentiero D1, un bellissimo itinerario tra pascoli e boschi, che raggiunge la meta con un percorso piuttosto impegnativo
L’arrivo al Santuario è molto emozionante: il complesso è enorme, dominato dalla grande cupola della Basilica Nuova, e le ali dell’edificio è come se abbracciassero il pellegrino che sale verso la Basilica Antica, che custodisce in un sacello la Madonna Nera, la meta di questo piccolo, grande viaggio.
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Scritto da Alberto Conte