Ci sono cammini che attraversano territori, e altri che attraversano l’anima. Il Cammino di San Benedetto appartiene a entrambe le categorie: un itinerario che collega luoghi di fede, storia e natura, seguendo le orme del padre del monachesimo occidentale, in uno dei paesaggi più verdi e autentici d’Italia.
Un percorso di circa 300 chilometri, da Norcia a Montecassino, che passa per Subiaco e attraversa borghi medievali, boschi silenziosi e antichi monasteri. Un viaggio a piedi che unisce misticismo e bellezza, spiritualità e scoperta lenta.
San Benedetto nacque a Norcia intorno al 480 d.C., in un’epoca segnata dal crollo dell’Impero Romano e dal caos politico e sociale. Fuggito da Roma per condurre una vita solitaria e contemplativa, trovò rifugio tra le montagne del Lazio, dove visse come eremita prima di fondare le sue prime comunità monastiche.
Fu a Subiaco che visse oltre trent’anni, tra preghiera e lavoro, per poi concludere la sua esistenza a Montecassino, dove scrisse la celebre Regola benedettina: “Ora et Labora”. Il cammino ripercorre i luoghi che hanno segnato la sua vita e la sua opera, oggi ancora permeati di una quiete senza tempo.
Il primo tratto del cammino si snoda tra Umbria e Lazio, partendo dalla suggestiva cittadina di Norcia, incastonata tra i monti Sibillini. Da qui si attraversano paesaggi di una bellezza selvaggia: boschi, crinali panoramici, pievi isolate.
Lungo il cammino si incontra Cascia, con il santuario di Santa Rita, e si attraversano borghi medievali come Monteleone di Spoleto e Leonessa, immersi in una natura intatta. Il cammino è un continuo saliscendi, dolce ma mai monotono, punteggiato da scorci che invitano alla sosta e alla contemplazione.
Si arriva infine a Rieti, nel cuore della “Valle Santa”, un luogo profondamente legato anche a San Francesco, dove spiritualità e natura sembrano intrecciarsi in maniera perfetta.
La seconda parte del cammino conduce verso sud, attraversando la parte più montuosa e forse più solitaria dell’intero itinerario. Dopo aver lasciato Rieti, si incontrano borghi sospesi nel tempo come Rocca Sinibalda, Pozzaglia Sabina, Orvinio e Vicovaro, piccoli gioielli incastonati tra boschi, ruscelli e colline silenziose.
Il cammino si fa più intimo, più riflessivo. Qui è facile capire perché San Benedetto scelse questi luoghi per il suo ritiro spirituale. L’arrivo a Subiaco, con il Monastero del Sacro Speco arroccato sulla roccia, è uno dei momenti più toccanti del cammino: un luogo che parla con la sua sola presenza, dove la pietra, il silenzio e la fede si fondono in armonia.
Il Cammino di San Benedetto è molto più di un semplice trekking. È un invito a rallentare, ad ascoltare, a ritrovare quel senso di equilibrio che troppo spesso perdiamo nella frenesia quotidiana.
Che tu sia in cerca di natura, cultura, silenzio o semplicemente di una nuova prospettiva, questo cammino ti accompagna passo dopo passo in un viaggio profondo, dentro e fuori di te. E una volta arrivato, ti accorgerai che qualcosa è cambiato.
Perché certi sentieri, anche quando finiscono, continuano a camminare con te.
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