Morbide colline disseminate da filari d’uva, vallate a perdita d’occhio, borghi arroccati e castelli medioevali.
Questo è lo scenario che si offre agli occhi dei visitatori delle Langhe piemontesi, un’incantevole lingua di terra situata fra la provincia di Cuneo e Asti, dove il paesaggio pittoresco fa da sfondo alle più diverse attività praticabili in questa zona: camminate all’aria aperta lungo la miriade di sentieri che si snodano fra le dolci colline, passeggiate evocative tra i vicoli dei centri storici dall’antico sapore medioevale, degustazioni in cantina alla scoperta delle eccellenze per antonomasia di questa regione: il Barolo e il Barbaresco, fra gli altri. E come non lasciarsi tentare da una cenetta al sapore del rinomato tartufo bianco d’Alba o dei pregiati formaggi della provincia di Cuneo?
Ok, la premessa è più che invitante. E certo non servirà questo articolo a convincerti che le Langhe meritano al più presto una tua visita - non sarà mica un caso se sono state inserite tra i siti patrimonio dell’umanità dall'Unesco! Ma se io ti dicessi che tra i variegati paesaggi vitivinicoli per cui sono conosciute nel mondo, si nasconde una chicca di arte contemporanea unica nel suo genere, mi crederesti?
Così è (se vi pare), titolava la famosa opera pirandelliana. E in effetti, così è davvero: eccola lì, a contrastare con il lussureggiante verde delle colline che gli fanno da sfondo e stupire un po' tutti con il suo coloratissimo aspetto, quasi sfacciato e fuori posto per il contesto in cui si trova. Ma per questo così attraente.
Sì, adesso mi spiego meglio…
Parlo di una chiesetta tutta particolare che domina il vigneto Brunate di La Morra (Cuneo), edificata nel 1914 e mai consacrata, che oggi brilla di colori sgargianti. È conosciuta come Cappella del Barolo e ha una storia tutta da raccontare: fu costruita per fungere da riparo da temporali e grandinate per coloro che lavoravano in vigna; nel ’71 fu poi acquistata dalla famiglia Ceretto, insieme ad una parte del vigneto, e dopo qualche anno ebbe inizio la sua trasformazione.
Era un edificio malconcio quando nel ’96, l’artista inglese David Tremlett, famoso per i suoi “wall drawing”, fu ospitato dalla famiglia Ceretto per allestire una mostra nel castello di Barolo. Vide la chiesetta, se ne innamorò e decise di ristrutturarla, coinvolgendo l’amico e artista Sol LeWitt, al quale affidò la decorazione dell’esterno che tanto incuriosisce con i suoi accostamenti vivaci di blu, rosso, giallo e verde. Tremlett si dedicò invece all’interno, replicando i colori caldi e bruni della terra e ricreando un ambiente intimo e raccolto.
Foto di Renata Testa – licenza Creative Commons
Si vocifera che la ristrutturazione sia stata “finanziata” a suon di bottiglie di Barolo che i due artisti ricevevano di buon grado dai Ceretto, in cambio della loro estrosa manodopera. Non è così difficile da credere se si pensa alla bontà di questo nettare dal colore rosso granato e dai riflessi aranciati. Anche io mi sarei lasciata facilmente comprare, suppongo.
Oggi questo gioiello di arte contemporanea è diventato sede di mostre e rassegne. La via in cui si trova è stata ufficialmente rinominata “Strada alla cappella del Barolo di Sol LeWitt e David Tremlett” e rappresenta uno dei percorsi panoramici più importanti dell’area delle Langhe.
E se le ampie campiture di colore di Tremlett ti hanno proprio conquistato, sappi che qui troverai pane per i tuoi denti: l'artista è artefice di altre due opere che potrai scoprire in un itinerario originale all'insegna del colore. Sono sicura che le riconoscerai da lontano!
Pronto a partire in cammino fra Barolo e Barbaresco?
Scritto da Chiara |