Dolci di Natale regionali: la più dolce delle tradizioni

20 Dec 2024

 

 

Non c’è periodo più amato o magico del Natale, anche a tavola: sì, perché l’atmosfera magica delle feste, con le sue luci, le tradizioni, le canzoni di Natale e un’atmosfera generale di gioia e incanto porta con sé anche una dolcissima celebrazione di qualsiasi vacanza: i dolci tradizionali.

Non c’è festa che non abbia i propri dolci simbolo: delizie da gustare per l’occasione, da soli o in compagnia, durante le feste, le cene, i pranzi in famiglia o a colazione, quando la festa è finita ma rimane la delizia di terminare i dolci nei giorni a venire.

Ogni regione ha il suo dolce, trasmesso da generazioni, con caratteristiche irrinunciabili e altre che possono variare di famiglia in famiglia, a seconda di come la ricetta è stata trasmessa. Prepararli è spesso un’attività che unisce e che “fa subito Natale”, ma anche prenderli dal fornaio o semplicemente vederseli servire in occasione delle feste, come dolcissima conclusione di un pasto che più di ogni altro nel corso dell’anno parla di tradizione e bellezza dello stare insieme.

Ecco cinque dolci natalizi da tre regioni d'Italia e due paesi d’Europa, insieme ad altrettanti viaggi – chissà che l’anno prossimo non vi troviate proprio a gustarli nei luoghi in cui sono tipici!

Cilento – Castagnole

Partiamo dalla Campania: mentre a Napoli gli struffoli regnano incontrastati, in Cilento a vincere la corona di dolce natalizio più amato sono sicuramente le castagnole – anche chiamate cazuncielli, lucerne, pastorelle e altro a seconda del borgo. La ricetta è semplice: farina, uova, zucchero, burro, cioccolato e castagne – con minime variazioni a seconda della famiglia. Si fanno fritti o al forno, ricoperti poi di zuccherini colorati.

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Lazio – Pangiallo e Panpepato

Questo dolce natalizio romano è molto antico – si dice venisse già preparato nella Roma imperiale in occasione del solstizio d’inverno. Saporito e speziato, ha una base di frutta secca e miele e una glassa allo zafferano di colore giallo, che dà appunto il nome al dolce.

Può in realtà considerarsi una variante del panpepato, molto presente anche in altre regioni d’Italia: anche questo a base di frutta secca, miele, cioccolato e spezie, ha una forma e un colore diversi dal pangiallo – marrone scuro (senza la glassa allo zafferano) e dalla tipica forma a papalina. Si dice, infatti, che fosse un dolce tipicamente dedicato al clero (da qui forse deriva il nome originale – pan-papato!).

La Via Francigena da Viterbo a Roma, in Lazio 

Puglia – Cartellate

Questo dolce molto tipico della tradizione natalizia pugliese e lucana deve il suo nome alla forma particolare, come di carta accartocciata. Sulla sua origine ci sono varie teorie, ma sono sicuramente antiche e figurano nei resoconti delle tavole di famiglie nobili come gli Sforza o gli Aragona.

La ricetta è a base di pasta sfoglia – con cui viene creata la forma tipica – per poi essere fritta in olio e poi, secondo varianti locali, impregnate di vincotto o di miele, oppure con il cioccolato, e poi ricoperte di zucchero a velo, cannella o mandorle.

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Roscon de Reyes

Questo dolce spagnolo, molto tipico soprattutto in Catalonia, è una ciambella che viene prodotta fin da tempi antichi. Il suo nome deriva dai Re Magi perché veniva tradizionalmente preparata e consumata in occasione dell’Epifania, ma è ormai diventato un dolce natalizio a tutti gli effetti.

È una ciambella di pasta o pan brioche farcita con crema, panna, cioccolato e altre delizie (a seconda delle varianti) e spesso decorata con frutta secca e candita. La sua caratteristica più magica sta nel fatto che cela sorprese: è infatti tradizione nascondere una statuina di plastica e una fava secca all’interno della ciambella – chi troverà il fagiolo dovrà pagare pegno!

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Provenza – Gibassie

Questa sorta di focaccia dolce è immancabile sulle tavole natalizie della Provenza. È una ricetta molto semplice – farina, zucchero, olio – per una focaccia che viene impreziosita da acqua di fiori d’arancio e scorze d’agrumi, e a volte ulteriormente insaporita dall’anice. Ha diversi nomi – pompe à l'huile o Fougasse – che però indicano variazioni sulla ricetta, principalmente nella texture o forma del dolce.

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